venerdì 12 ottobre 2007

Wi-max - procedura assegnazione frequenze

Il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha presentato in data 11 ottobre la procedura di assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze “WiMax” nella banda 3.4-3.6 GHz (banda 3.5 GHz).

C'è scetticismo e poco entusiamo in rete, stranamente, in quanto è da molto che si attendevano passi in avanti. Ho letto alcune considerazioni e come intuibile lasciano perplessi sulla bontà del bando. Trovate informazioni qui e qui.

Le aspettative che avevo per il wi-max erano che potessi avere una connessione a banda larga pressoché ovunque, in grado di reggere anche la connettività a fronte dello spostamento del dispositivo (come avviene per GSM, GPRS, UMTS) e il tutto ad un costo molto contenuto (significativamente più basso delle attuali tariffe degli operatori mobili).

Questo però significherebbe spazzare via in un sol colpo il mercato della tv digitale terrestre e della telefonia mobile.

Solo a pensare agli interessi che ci stanno dietro, e a quanto riescono ad avere un'influenza politica, posso dedurre che il desiderio resterà solamente un sogno e che il nuovo mercato, quando ci sarà (perché a mio avviso sicuramente ci sarà), avrà assicurato agli attuali titolari di interessi, di aver completato la migrazione per il mantenimento degli interessi nel nuovo mercato, con i soliti svantaggi di costi per tutti noi.

L'utopia che le pubbliche amministrazioni potessero fornire il servizio di connettività ai propri cittadini, come avviene per l'acqua (ah, no, non più neanche quella!), fa capire che il cittadino i suoi interessi deve curarseli da solo.

Nella mia ignoranza poi, non riesco a trovare una spiegazione del perfido meccanismo per cui:
  • lo stato assegnando le concessioni l'uso, di un bene pubblico e redditizio, ad un'azienda privata, si fa pagare a caro prezzo le concessioni, il che implica che l'azienda necessiterà di recuperare i costi dai fruitori del servizio (i cittadini), ammortizzandoli in svariati anni ma procurandosi anche interessi, potenzialmente, notevoli (magari non proporzionati al costo della concessione). Cosa ne fa lo stato dei soldi incassati? Per sua funzione li usa a favore dei cittadini.
ma allora non sarebbe meglio che:
  • lo stato assegnasse le concessioni a prezzi bassi, ma con bandi che abbiano garanzie e vincoli forti, ad esempio stabilendo il costo del servizio da far pagare al fruitore, creando sempre un mercato in concorrenza tra i concessionari. Forse saremmo tutti più contenti e il tutto sarebbe fatto in modo più trasparente.
La scelta della prima soluzione implica una tutela del cittadino alla costituzione di lobby, la seconda non suona così bene per il mercato libero e capitalista. Bah, fatto sta che la scelta di una o dell'altra, alla fine l'interesse che non viene tutelato è quello del cittadino.

1 commento:

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